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L’abitare percepito. La dimensione percettiva dello spazio abitativo

S. Follesa

GUD. GENOVA UNIVERSITÀ DESIGN

Ci sono espressioni dell’abitare che non possono essere relegate nei confini di un recinto fisico in quanto attinenti ad elementi percettivi che oltrepassano la dimensione dell’involucro abitativo. Sono gli aspetti legati agli odori, alle mu-siche, ai suoni, alle luci, che accompagnano e definiscono il nostro abitare al pari degli aspetti funzionali ed estetici ma sono meno indagati dalla letteratura scientifica in quanto fugaci nella loro partecipazione al processo progettuale. L’ intangibilità di tali percezioni le rende estranee ad una comunicazione del progetto quasi unicamente indirizzata alla percezione visiva seppure implementata dai testi. E tuttavia la nostra esperienza in uno spazio si compone di rimandi, di connessioni che ci riconducono ai rituali della nostra esperienza abitativa e nei quali le percezioni assumono un ruolo preminente; l’odore del cucinato quando percorriamo una strada, la luce alternata di un televisore la sera, il suono di un pianoforte che ci connette all’intimità di un vicino da cui siamo divisi da un sottile diaframma di cemento. La dimensione percettiva traccia i confini di spazi invisibili ma sempre più reali.

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